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Boero e Ascoli Calcio, due marchi utracentenari

2021-05-28 10:48

Giuseppe Cinti

Marketing Sportivo,

Boero e Ascoli Calcio, due marchi utracentenari

Sul magazine dell' Ascoli Calcio 1898 FC SpA PASSIONE ASCOLI la storia dell'azienda Boero - Il colore italiano dal 1831, da quest'anno partner bianconero.

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L’azienda genovese, appartenente al mercato dei prodotti vernicianti per l’edilizia e lo yachting, condivide col Club bianconero una storia ultracentenaria che immerge le sue radici in un principio guida: superare il concetto base di azienda che produce e vende prodotti per abbracciare quello, ben più ambizioso, di impresa che sviluppa le proprie strategie attraverso la ricerca, l’innovazione, la produzione, la distribuzione, l’assistenza e l’attenzione all’ambiente.

Raccontiamo oggi la storia di un brand che nasce trent’anni prima della proclamazione dell’Unità d’Italia.

Siamo nella Genova del 1831. Bartolomeo Boero, capostipite dell’azienda, vede in quel piccolo opificio di via San Nazaro, nel quartiere di Albaro, dove si trovavano le residenze estive dei ricchi genovesi, un punto di partenza per un’attività a gestione famigliare. Decide di acquistare quella piccola fabbrica, che produceva biacca destinata all’edilizia, servendosi di due operai, un carro e un cavallo. La biacca era un pigmento bianco a base di carbonato di piombo in polvere (sostituito successivamente dal bianco di zinco quando il piombo fu ritenuto sostanza tossica), che, impastato a mano con l’olio di noce, lavorato con un matterello su una lastra di marmo, diventava materiale per pittura e veniva venduto in panetti agli imbianchini. Nei decenni la piccola fabbrica di Bartolomeo cresce tanto da richiedere spazi più ampi: nel 1856 si trasferisce in via della Vespa, sempre nel quartiere di Albaro, ma logisticamente più vicino al porto, facilitando così la spedizione della merce verso i mercati più lontani.

Nel 1901 con la morte di Bartolomeo, l’azienda passa nelle mani del figlio Filippo, un tipo molto creativo, classe 1856, intraprendente e ambizioso, che amava sperimentare e affinare le tecniche di lavorazione della biacca e ottenere pitture migliori misurando le temperature degli impasti. A Filippo va il merito di aver disegnato e inventato nel 1907 nuovi macchinari per macinare la biacca e quello di aver trasformato nel 1929, anno in cui Boero avvia la produzione del bianco di zinco e del minio di piombo, la fabbrica in colorificio. Grazie allo spiccato spirito imprenditoriale di Filippo e all’introduzione di tecnologie innovative, l’azienda cresce rapidamente. Nel 1907 anche lo stabilimento di via della Vespa inizia ad andare stretto. Così, complici l’espansione urbanistica di Genova e i primi problemi connessi alla tossicità della biacca, la Boero si trasferisce sulla collina di San Martino, in Salita della Noce, dove resterà per circa cinquant’anni.

Nei primi del Novecento la Boero poteva vantare clienti da Genova fino ai Tropici, ma quel rapporto col mare da meramente commerciale si trasformò ben presto in opportunità produttiva quando Boero entrò nel campo delle vernici marine. Sui barattoli il simbolo di Boero è sempre stato il cigno. L’origine del marchio non è certa, ma, con ogni probabilità, il cigno bianco simboleggiava il candore della biacca. Una campagna pubblicitaria del 1907 rappresentava con un fumetto i vantaggi dell’uso delle vernici Boero: “Dal maltempo ti guardi Iddio che dalla ruggine ti guardo io” – recitava il claim.

Con la seconda guerra mondiale Filippo, ottantacinquenne, passa il testimone ai figli Bartolomeo, detto “Gigi” e Federico Mario. Viene così costituita una nuova società in nome collettivo, denominata Boero Bartolomeo. Gigi e Federico Mario, che intanto hanno avviato la produzione di smalti sintetici, si trovano subito a far fronte alla distruzione dell’opificio dalle bombe nel 1942 e, poco tempo dopo, alla morte del padre Filippo. Conclusa la guerra e riparati i danni derivanti dai bombardamenti, la Boero attraversa un’epoca di grande sviluppo: con tutta l’Italia alle prese con la ricostruzione post bellum, la richiesta di materiali per l’edilizia è alle stelle.

Occorrono nuovi reparti dove confezionare smalti sintetici e grassi, così, nel 1957 gli impianti produttivi si trasferiscono a Genova Molassana. L’inaugurazione avviene l’anno seguente, si trattava di una struttura davvero imponente: 20.000 metri quadrati di superficie totale e sette edifici destinati a produzione, stoccaggio, spedizioni, laboratori e controllo qualità.

Nel nuovo stabilimento è possibile ampliare la gamma delle pitture introducendo quelle per il settore navale e, nel 1970, quelle per la nautica da diporto e per il coil coating. Intorno alla metà degli anni Settanta, Andreina Boero, figlia di Federico Mario, entra in azienda pur senza incarichi operativi. Nel 1982, sotto la presidenza di Federico Mario, affiancato dalla figlia Andreina, l’azienda diventa gruppo e la holding Boero Bartolomeo S.p.A. viene quotata in Borsa. Nel 1989, per consolidare la leadership nel settore navale, nasce Boat S.p.A. – Boero Attiva Marine & Protective Coatings – che si avvale del know-how e della rete distributiva mondiale della multinazionale giapponese Chugoku Marine Paints. Nel 1991, a ottant’anni, viene a mancare improvvisamente Federico Mario. La notizia scuote l’intero Gruppo e Andreina si trova da un momento all’altro a dover gestire l’azienda, di cui diventa Presidente.

Negli anni Boero sviluppa linee dedicate per settore e vengono intensificati i rapporti con laboratori di ricerca italiani e stranieri; si prosegue inoltre il percorso di adeguamento alle normative europee per la tutela e la salvaguardia ambientale. Nel 2009 divengono necessari nuovi trasferimenti: la sede direzionale nello storico Palazzo Boero nel centro di Genova, dov’è tuttora, lo stabilimento e il centro di ricerca nel basso Piemonte, nella frazione di Rivalta Scrivia (un’area di 100.000 metri quadrati di cui 20.000 coperti) e il polo logistico a Tortona. Dal 2010 è entrata in azienda, col ruolo di Vice Presidente, Cristina, figlia di Andreina e Riccardo Cavalleroni, Amministratore Delegato di Boero per trent’anni.

Negli ultimi dieci anni, fra acquisizioni (una decina i marchi che fanno capo a Boero), sviluppi societari, fusioni, riposizionamento dei brand, investimenti in ricerca e sviluppo e un grande dinamismo commerciale, soprattutto oltreoceano, il Gruppo Boero è oggi leader all’interno del variopinto mercato dei prodotti vernicianti in tre settori strategici: Edilizia, Yachting e Navale con un fatturato di quasi cento milioni di euro e circa 300 addetti.

La strategia di espansione di Boero all’estero trova la solidità e la dimensione necessarie per affrontare la concorrenza con maggior vigore grazie all’alleanza nel febbraio 2021 con la portoghese CIN, azienda leader nel mercato iberico delle pitture e vernici. Boero ha concluso l’esercizio 2020 con un fatturato di 90 milioni di euro mentre CIN ha raggiunto 234 milioni. L’alleanza, che supera i 320 milioni, permette di posizionarsi fra le 40 più grandi aziende del settore al mondo. Boero e CIN puntano su un futuro comune per dare un nuovo impulso alla loro crescita e per consolidare la presenza a livello europeo. L’operazione ha visto CIN acquisire la maggioranza di Boero, pur mantenendo la famiglia Boero una significativa quota nell’azienda. L’unione fra le due aziende familiari, con ambizioni e obiettivi di espansione molto concreti, apre interessanti prospettive per lo sviluppo di entrambe con Boero che continuerà a svolgere l’attività dalle sedi di Genova e Rivalta Scrivia, mantenendo la propria identità e gestione.

Boero, il colore italiano dal 1831, da questa stagione, grazie alla partnership con l’Ascoli Calcio, è un po’ più bianconero.

Fonte:ascolicalcio1898fc.it